Il Comicon a Napoli, un festival di… resistenza

Per impostazione mentale siamo abituati a pensare ai festival come ad appuntamenti regolari, che si svolgono sempre nello stesso periodo dell’anno e sempre nella stessa cornice. A Napoli non è così, e si può parlare di Comicon, al ritorno nel 2022 dopo due anni di stop, proprio come di un sopravvissuto.

Una storia frammentata

Da non confondersi coi Comicon di New York e San Diego, coi quali non ha alcuna affiliazione, il Salone Internazionale del Fumetto di Napoli, alias Napoli Comicon, si è tenuto per la prima volta nel 1998, e nel corso delle sue ventidue edizioni ha cambiato sede tre volte, dividendosi tra Mostra d’Oltremare, dove ancora ora si svolge, Castel Sant’Elmo e Villa Pignatelli, tenendosi dapprima a ottobre, poi a marzo, a giugno, e per finire con lo stabilizzarsi nel mese di aprile.

Fra complicazioni burocratiche, inefficienze organizzative (rimane famoso e documentato l’eccesso di visitatori dell’edizione 2009, con molti rimasti a bocca asciutta) e, in qualche caso, una certa ostilità da parte delle passate amministrazioni politiche, i fanatici del fumetto di Napoli e delle aree limitrofe non si sono lasciati fiaccare.

Al contrario, il Comicon rimane più frequentato che mai, con medie ben oltre le 130.000 presenze nelle ultime edizioni e picchi di 160.000 biglietti staccati, dati che ci parlano anche di una crescente attenzione nei confronti dei manga, più letti che mai anche nel Meridione.

Da poco (relativamente) superato il compleanno numero 20, al Comicon non rimane che capire cosa fare “da grande”: un’indicazione importante la ha data l’edizione virtuale del 2020, con gli eventi cosiddetti Extra che si sono svolti a distanza. L’interesse c’è, insomma, basta dare ai fan la continuità che meritano. Magari (è un suggerimento!) con eventi per tutto l’anno, non solo nei giorni della fiera.

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